Bella Ciao

Appartenenza, dunque.

Il 9/12 Riccardo avrebbe compiuto 70 anni, il giorno del suo compleanno qui in Bangladesh è da sempre un momento di grande festa che si continua a celebrare nonostante la sua morte.

Io, invece, non sono mai stata particolarmente coinvolta dalla celebrazione di niente, forse perchè non amo il mio compleanno o forse perchè sono cresciuta in una famiglia in cui non c'è mai stata attenzione e cura rispetto a compleanni o alle festività in generale.

Quindi, a onor del vero, noi ci siamo capitati un po' per caso a Noluakuri il 9 Dicembre: abbiamo incrociato agende e piani ferie e inoltre bisognava scegliere un periodo per scendere in Bangladesh che fosse ben prima delle elezioni di Febbraio perchè nel periodo pre elettorale Dacca diventa un luogo poco sicuro a causa delle violente manifestazioni.

Pier, da bravo coordinatore, ha organizzato il piano delle nostre due settimane affinchè fossimo a Noluakuri per il compleanno e per darmi la possibilità di partecipare attivamente all'organizzazione della giornata che è una festa vera a propria per tutti.

I ragazzi, quelli grandi, quelli che con il Dada sono cresciuti,iniziano ad arrivare qualche giorno prima. Senza avvisare, senza accordarsi tra loro: arrivano, Topon li accoglie, vengono in cucina da noi per mangiare qualcosa e bere un caffè (sono tutti molto abituati a noi Tobanelli con la dipendenza da caffeina e ci sostengono in questa grande passione) scambiamo due chiacchiere, e poi gli si trova una zanzariera e un angolino di letto in cui dormire. Passiamo quindi qualche giorno anche con questi ragazzi più grandi, qualcuno studia, qualcuno lavora, qualcuno è in attesa di avere i documenti necessari per poter fare il certificato di nascita che gli permetterà di lavorare (o forse di avere la carta di identità che ora serve anche per iscriversi a scuola).

Il tema dell'iscrizione all'anagrafe sta diventando un problema non di poco conto per tutte quelle (milioni? non riesco a trovare un dato effettivo, si ipotizza solo che il 53% dei bambini sotto i cinque anni non abbia un documento che attesti la propria venuta al mondo) persone che non possiedono un certificato di nascita che il Bangladesh ha reso obbligatorio per iscriversi a scuola e avere un lavoro. Per i tokai ci si muove quindi cercando di reperire qualche informazione sui genitori, pagando delle mazzette, cercando dei testimoni improvvisati, pagando mazzette, dando un contributo a qualcuno che possa fingere di essere un genitore e fornire il proprio certificato e infine pagando mazzette.

Il giorno del compleanno arrivano ancora alcuni ragazzi e ragazze, due fratelli Saveriani, i vicini di casa, altri ancora che non riesco a definire e che incontro solo verso sera. Siamo almeno in 60.

Faccio la pizza con Farzana per lasciare che Topon si tuffi nella mischia della partita di calcio insieme a Mattia. Il match si svolge nel campo di riso, sono in mille, non si capisce assolutamente cosa stia succedendo. Giada, con i due piccoli in braccio urla il nome dei bambini più piccoletti quando fanno una buona mossa o una buona parata. Matti si impegna moltissimo in questa attività, fa parte del gruppo e per l'occasione gli regalano una maglietta che tutti loro possiedono: verde, con la foto di Riccardo nel centro. E' un verde perfetto per una primavera come Mattia. 

La musica, disco tamarra bengalese, sparata ad altissimo volume non smette quasi mai. Pier ride, ha Ayan incollato alla gamba e Faruk al suo fianco. 

E' un grande e gioioso kaos. Ad un certo punto parte anche "Bella Ciao" e cantiamo un po' tutti insieme, da ogni angolo in cui ci troviamo.

Mi piace legare una canzone della resistenza ai Tokai. Abbandonati nel mondo, deprivati di risposte ai bisogni primari, vittime di soprusi e abusi. Sono portatori di storie che non vorremmo pensare che possano esistere, le portano nelle cicatrici scavate nella pelle, le portano quando incessantemente chiedono di avere qualcosa e quando quella cosa decidono di rubarla. Eppure hanno resistito, si sono protetti tra loro in piccoli gruppi, si sono scaldati nelle fredde notti trascorse sulla ferrovia e sono sopravvissuti. E riescono ancora a provare gioia, a trasmetterla e a meravigliarsi del mondo. Sono forse i partigiani di altre prospettive, di vite diverse, lontane dal malcontento e dal delirio intimistico occidentale.

Il 9 Dicembre è la festa dei Tokai, noi possiamo partecipare come ospiti, sulla soglia di una casa che appartiene loro.





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