Ayan
Ayan ha forse cinque anni e noi lo chiamiamo il “Bulo” (il Bullo) perché si presenta dopo essersi lavato con una camicetta con il colletto tirato in su e con una specie di cresta. Ci tiene ad essere elegante, a modo suo. É a Noluakuri da poco più di un anno, viveva con la madre sulla ferrovia e facevano la carità, lui dice ridendo che insieme al suo amico rubava anche le angurie. E tu provi ad immaginarti questo cosetto di un metro che fugge con un’anguria tra le braccia. Le infinite potenzialità dei Tokai. Ha iniziato ad allontanarsi e a perdersi ed è quindi entrato anche lui nella grande casa gialla, dove da anni si trova anche sia sorella. Ayan si ricorda che a Febbraio, quando l’ho conosciuto, avevamo instituito il “goodnight biscut” quindi mi guarda dritto negli occhi e me lo ripropone con occhi furbi e seduttivi, io non so resistergli e acconsento. La mattina dopo mi salta in braccio e ci prova: “shubor shokal biscut?” (Biscotto del buongiorno?). E da lì ogni momento della g...